OGNI RIFERIMENTO A COSE PERSONE E FATTI è PURAMENTE CASUALE
Si vedeva una campagna bifera e rigogliosa,poi ricomparsi ancora io e stavo
giocando al pallone nell'aia della mia vecchia casa,caso volle che quel dì in quel
luogo familiare passasse l'arrotino…Vedevo la visualizzazione temporale come
se stessi seduto comodamente nella galleria di un salone dove proiettano films.
Era un omaccione rozzo e sudicio brutto e peloso come una capra." Arrotino donne!…
Sono l'arrotinooooo,mangio le caccole e fo a miccino,correteeee. "
Rivedevo le immagini proprio come le avevo vissute e udivo anche le voci che
rimbombavano nelle mie orecchie facendo eco…Quel giorno mi presi una bella paura,
state a sentire cosa ebbi il coraggio di dirgli. " E lo sai chi sono io?… " Con voce stentorea e sicuro di me,io che di solito ero molto timoroso di ogni cosa che usciva
dai normali canoni di vita. " Sono il mago Settembrino ,hai capitoooo?… " Non l'avessi
mai detto,l'artigiano con la sua voce cavernosa e dalla parvenza cattiva,ma era solo per finta,sotto i baffi rideva come non avevo mai fatto durante la propria esistenza…
Rispose. " E lo sai chi sono iooooo?…Sono il mago Gorgone e ti mangio in un boccone. " Avete presente Flash?… L'eroe velocissimo dei fumetti?… Ebbene!…Fate
conto che la mia velocità di corsa fosse il triplo,anzi il quadruplo,se quel giorno fossi
passato vicino a qualcuno lo sbuffo del dento causato dalla mia velocità l'avrebbe
certamente spogliato…In vita mia non ero mai stato così impaurito,mi ricordo di una grande fuga attraverso i campi e le redole e di un ritorno a casa sul tardi all'imbrunire,
il crepuscolo aveva ormai mangiato quasi tutte le ombre e per finire fui riscaldato
bene bene dai miei genitori avendoli fatti stare in pensiero…Il crepuscolo stava diventando.
Ero proprio preso dal panico,tanto che mentre me la svignavo davanti a me non vedevo nulla,non avevo la minima accortezza dei pericoli che si potevano presentare,ero come cieco e la mia piccola mente ormai non esisteva che per ornamento.Per la foga di fuggire non mi accorsi di un filo di ferro che teneva fermi i filari delle viti e lo urtai
a l'altezza degli occhi,proprio da dove patre il naso,e mi feci anche abbastanza male.
Il sangue usciva copioso e mi è rimasta anche la cicatrice,ma la fifa di sentirmi
acchiappare da un momento a l'altro da quel'omaccione nero e sudicio come uno
spazzacammino fu più grande del dolore della ferita,tanto che continuai a correre
mentre il sangue mi rigava il viso…Avrei potuto anche morire dissanguato ma ero
deciso a rimanere uccel di bosco ancora per lungo tempo.
OGNI RIFERIMENTO A COSE PERSONE E FATTI è PURAMENTE CASUALE