Poesia

MA IL CIELO NON ASCOLTA

MA IL CIELO NON ASCOLTA
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Cuore, cuore d’oggi,
cuore pensante e sofferente,
lo sguardo in alto volgi
e come il piombo sei pesante…
Cuore senza colore,
come metallo intriso di grigiore…
Cuore, al cielo più non parli
e al cielo più non urli
perché il cielo non ascolta,
dura e oscura appare la sua volta.
Cammini e calpesti l’asfalto
che sprofonda molle e sfatto
sotto il peso dell’angoscia
anch’essa disgustosa bioscia.
Nessun giorno è buono per morire
quale essere l’oblio non vorrebbe evitare?
Però ogni cosa muore, con o senza dolore,
anche chi prima della sua ora
la propria scomparsa implora
ma una tenace tempra a prolungar giorni condanna,
cinica e beffarda, la sua estenuante esistenza,
perché morire a volte è assai difficile,
perché morire non sempre è così facile…
Ma il cielo non ascolta i viventi,
il cielo non ascolta i morenti…
Lo scorrere fluido di ogni vita
è come il sangue che sgorga da una ferita
che prelude alla fine di ogni cosa,
persino il sole, alfine, bacerà la sua ultima sposa.
Le albe, non più luminose come un tempo,
paiono soffiate da un acre vento,
Il tiepido tramonto incute timore,
non più dorato e rosso appare il suo colore,
stelle che brillavano intensamente
ora sembran luci tremolanti,
candele accese nel deserto del cielo,
quel cielo che non ascolta le voci e le preghiere,
quel cielo che non ascolta i canti,
e le urla e i pianti,
quel cielo che crollerà sopra il mondo
come fiotti d’acqua su un incendio,
quel cielo che lamenti non vorrà più udire
quel cielo che spegnerà tutte le voci,
quel cielo troppo stanco di ascoltare…
Quel cielo troppo stanco dell’umano fragore…

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