Poesia

Speranze vane di un neonato vissuto per pochi attimi.

La luce della vita ha acceso i miei occhi
e per un istante ho potuto godere
della meraviglia che mi circondava,
della speranza che faceva palpitare
forte il mio cuore.
Aspettavo la prima poppata
una parola gentile
una carezza
ma non sono mai arrivati…
Poi ho sentito brividi di freddo
percorrere il mio corpicino inerme
bisognoso d'affetto
e avevo fame tanta fame,
una voglia infinita di gridare,
far comprendere al mondo la mia felicità…
Ho gridato forte ma nessuno mi capiva,
gridavo di dolore.
la gioia e la serenità si sono scordate
che per un attimo ho visto la luce della vita,
ma che vita poteva essere
una vita senza una piccola carezza,
un bacino,la prima poppata…
La felicità l'ho intravista per un attimo
ma è fuggita dietro una folata di tramontana
scordandosi di me,delle mie speranze.
Improvvisamente il buio e una nuova luce,
ogni dolore era scomparso
e potevo finalmente vedere la meraviglia
di un cielo azzurro che si affacciava
sugli abbagliati turchesi del mare.
Volavo nell'aria accompagnato da refoli
di vento amico,non sentivo più freddo,
il sorriso baciava i miei occhi
ricchi di meraviglia,potevo vedere il mondo
ma come una foglia morta trasportata dal vento.
Sotto di me un uomo e una donna,
mio padre e mia madre?…No!… Due orchi.
Chissà com'è il sorriso di genitori buoni,
non certo come quello che sto vedendo
adesso,un sorriso soddisfatto di malvagità
che non ha misericordia
nemmeno di un neonato che si aspettava
tanto dalla vita…La prima poppata,
la prima carezza,il primo bacino,
una coperta per scaldar la mia pelle nuda
e sporca di sangue.
Prendevano il mio corpicino immoto
e lo mettevano in un sacchetto di plastica
di quelli che si adoperano nei supermercati,
prima di gettarlo nel bidone dell'immondizia.
Chissà com'è il sapore del latte di una mamma.

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