Poesia

luci da piano bar

Tenui tessuti di note vergini
orbite inesplorate ai tasti s’affacciano
discreto hanno il respiro
trame di sonore concupiscenze.
S’incunea il verseggiare delle dita
del pianista di fantasie e amori ebbro
d’ acquari incandescenti hanno ’l sembiante
queste processioni di diesis e bemolli
di far sguazzare melodie inebrianti compiaciuti.
Gin e whisky
labbra avide e vissute corteggiano
e tappeti cesellano per inconsuete armonie
sprofondano gocce di luce
sul volto mai prostrato del musicante
scintillano sbuffanti bicchieri
su onde di jazz e lente melodie
sfila irriverente e compiaciuta
la ragazza dalla gonna ubriacante
che di tutti sarà e perciò di nessuno.
Arcani di amori mai sbocciati
o forse sbocciati maledettamente presto
con unghie di smalto consumato
ai vetusti tavolini s’avvincono;
altro non è il pianoforte
che un guscio di preghiera traballante
un tessuto di spine mai estratte
una pagina vergata con serenate di lacrime,
la sera s’accuccia indifferente
e i tasti a riposare tornano
nell’inquietudine severa
di sonorità ancora da inventare.

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