Poesia

Colui ch'era solito parlar taceva

Guardavo le colline d'ambo i lati,
colui ch'era solito parlar taceva.
Mentre sedevo sul tronco mozzo
rivolto a l'acque del lago,
privo di pensieri miei
e assente
nel chiaror d'un dì solatio
un pensiero impudente
volle turbar la pacata intimità
che mi donava attimi sereni,
ma fu subito scacciato
fin nell'Averno ardente
con tal impeto mentale
e forza c'Ercules non ha.

S'udiva il gorgogliar dell'acque
del vicino ruscvello
ove mi recai
per ritrovar la mia pace interiore…
La mia immagine
riflessa fra l'increspature
delle piccole onde rifrangea
miriadi di boccoli d'oro
allegri
com'il cinguettar de' passerotti,
morbidi
come gli sbuffi gentili del ponentino
che carezzavan le mie guance
rosse fiammanti di calor.

Ma dov'ero io veramente,
mi ero sforzato di capire
e mi era sembrato fin troppo semplice,
tanto da non prendere in considerazione
altre possibilità
che parean confonder la mente.
ero lì,sul greto del rio
un po' deluso ma non vinto,
la forza di combatter la stoltezza
mi dava ancor più forza
nella debolezza che circondava
il mio essere…
Più ero solo nel confronto di tanti
e più ero forte nella determinazione,
intanto l'acqua scorrea discreta
nel rispetto della natura
rivestita dell'incanto di meravigliosi sorrisi,
magici nello splendor di vividi colori
nell'iride dell'occhi, sorpresi
da simili chiarori…

Mi isolai ancor dal pensiero
respirando a pieni polmoni
quell'aria pura,e ascoltando
il mio cor
mi resi conto
che quei magici istanti di quiete
avevano rigenerato il mio corpo
e il mio spirito,
non vedeo più l'ombre dell'inquietudine
turbar la mia forza interiore,
la volontà d'un uomo debole
ma forte nei respiri d'un generoso cuore
che riconosceva gli attimi positivi
anche nei momenti difficili
dove tutto sembrava perso…
Recuperato d'incanto a l'ultimo tuffo
prima che 'l giardino del mondo
diventasse deserto…
Nulla che avanza
oscurando l'azzurro del cielo
e 'l blu del mare…
La meraviglia.

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