Sogno irreale, a sua volta sognante,
mai divenuto vecchio e stanco,
ancor accompagnante il divenire,
sballonzolato, nel proprio limbo esistenziale,
sul trespolo dell’indefinito,
nell’attesa del traguardo.
S’aggrappa sugli specchi… e non soltanto.
Sogno d’amore… e null’altro.
Cavalcando dentro al tempo,
dando colpi a destra e a manca,
si fa largo tra ricordi e tra rimpianti,
ingabbiati nelle pieghe d’un passato
sconfinante nel presente,
barcollante nel deciderne il rigetto.
In un flash, guarda il film in bianco e nero.
Tale mano si perpetua, incoerente,
nel cucire la sua tela d’una tinta.
Ragnatela.
Come ragno, assembla i fili, dentro ai bivi,
incatenando mero senso di speranza,
sovente, desiosa trama fatiscente,
all’ordito d’ogni scelta, sia giusta o desolante.
In attesa, nella languida costanza,
che incrementa di saggezza e di fermezza,
il mio sogno non accenna un movimento,
né all’avanti né all’indietro,
attendendo… e attendendo…
Un barlume di realtà,
a nutrirlo e a ripararlo dall’ordito ancor errato,
per donargli finalmente eternità.