Cantami, o diva, delle strade asfaltate,
dei ragazzi che ci girano, cappuccio sulle spalle
ed una sigaretta in bocca,
narrami della prima volta
che qualcuno si è ubriacato,
che qualcuno ha mai scopato
con quella lei che ora non è che un ricordo sfocato.
Parlami delle delusioni d’amore,
delle storie fatte nella mente di ognuno
del sogno che alimenta la vita di ciascuno.
Dolce Venere di rime,
raccontami dei problemi inesistenti,
di chi ama la letteratura
ed i nullafacenti,
tra vent’anni saranno dirigenti.
Urlami del silenzio più sforzato,
delle paranoie più aggrovigliate,
delle ondeggianti sere d’estate
che ormai tutto è andato avanti
e mi tocca solo ricordare.
15/04/2018