Poesia

La campagna è velata da una bianca brina

Brrrrr che freddo!
La campagna è velata
da una bianca brina
che riflette i raggi
dell'ancor freddo sole
in scintillii argentei.
Arabeschi e ghiaccioli
mostrano la bellezza
spietata di disadorne
e lisce decorazioni…
Infinite creazioni
dell'imperatore del gelo.

Tutto intorno tace,
solo il rumore di un auto
che nel singhiozzo
balbetta rotti murmuri
rompe il silenzio solenne,
mentre respiri
di bianco e denso fumo
escono dalla marmitta
impestando l'aria
di nauseabondo odor
di benzina bruciata.
Poi,con pazienza
decide di ruggir.
Finalmenteeee,era l'ora!…

Sul davanzale
i passerotti infreddoliti
saltellano alla ricerca
di minuzzoli di pane.
Nel ventre della Terra
in voragini
calde e accoglienti
un russare tranquillo
di tassi e ghiri
rompe la sacra quiete
di un mattino d'inverno
presi dal loro lungo sognar.

I fanciulli,rimbacuccati
e tremanti guardano
il loro fiato uscir dalla bocca
candido come nuvole
di vapore acqueo
e sorridono divertiti
e anche un po' curiosi,
alcuni ancor sonnecchiando
s'incamminano
con le pesanti cartelle
e zaini verso il rintoccar
della campanella della scuola,
altri fanno il diavolo a quattro
correndo e saltando
come forsennati
prima d'esser rinchiusi
in solenni caserme
come soldati.

Le porte del nord
si sono ancor aperte,
spifferi malandrini
si affacciano sulla finestra
di questa Italia
bella e nostra
quasi a voler incutere timore.

La tenerezza e l'amore
dei dolci respiri della primavera
si faranno vivi ancor
quando il primo germoglio
tornerà nel lucore di boccoli d'or.

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