Poesia

La neve portata dal vento

La neve portata dal vento
sulla brulla campagna
ricorda l'eterna tristezza
di un inverno ancor presente.
Un alito di freddo polare
intorpidisce le membra,
vince le deboli menti
indifese dalla tormenta.

Il vento tumido di rabbia
trasporta il sorriso effimero
di chi la battaglia ha vinto
ma ha perso la tranquillità,
la serenità della coscienza
ferita da l'odio inutile,
senza senso di un'umanità
schiava del pensiero altrui
che cerca il potere
stando comodamente al riparo
dalle atrocità della guerra…
Schiava del pensiero altrui
che versa sangue non suo
per avere qualcosa
che non gli appartiene,
il comando sulla massa
delle persone,sulle loro
emozioni sempre più succubi
di una regola che premia
il singolo e la stoltezza
e condanna il plurale
e la ragione racchiusa
in una gabbia
da dove non può uscire
neanche una mosca.

Il vento tumido di rabbia
trasporta il sorriso effimero
di chi la battaglia ha vinto
ma ha perso la tranquillità
della coscienza,ferita,
il sorriso triste dell'innocente
torturato nella dignità di uomo,
nel diritto di vivere.

Soppresso il pianto
nel sangue dell'odio
la carne giace misera
sulla nuda terra
che l'accoglie con misericordia,
priva della tiepida fiammella
ormai volata in cielo
come una stella.

La soddisfazione d'aver umiliato
non porta onori al soldato,
i festeggiamenti di vittoria
sono presenti in facciata
e nella memoria
ma il cuore dentro è triste,
l'offesa alla dignità
non lo guarisce
e l'amore ormai represso
è sotterrato oltre il viale del cipresso,
vivo nel rimorso delle coscienze
addenta le menti
triturando fra spasmi
le ombre bianche dei fantasmi,
l'ombra dell'uomo ormai perso
nel ricordo,nei tormenti
di quando,ignaro dei lamenti
imperterrito andava avanti,
senza pietà
preso da ebbri respiri di crudeltà.

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Poesia

La neve portata dal vento

La neve portata dal vento
sulla brulla campagna
ricorda l'eterna tristezza
di un inverno ancor presente.
Un alito di freddo polare
intorpidisce le membra,
vince le deboli menti
indifese dalla tormenta.

Il vento tumido di rabbia
trasporta il sorriso effimero
di chi la battaglia ha vinto
ma ha perso la tranquillità,
la serenità della coscienza
ferita da l'odio inutile,
senza senso di un'umanità
schiava del pensiero altrui
che cerca il potere
stando comodamente al riparo
dalle atrocità della guerra…
Schiava del pensiero altrui
che versa sangue non suo
per avere qualcosa
che non gli appartiene,
il comando sulla massa
delle persone,sulle loro
emozioni sempre più succubi
di una regola che premia
il singolo e la stoltezza
e condanna il plurale
e la ragione racchiusa
in una gabbia
da dove non può uscire
neanche una mosca.

Il vento tumido di rabbia
trasporta il sorriso effimero
di chi la battaglia ha vinto
ma ha perso la tranquillità
della coscienza,ferita,
il sorriso triste dell'innocente
torturato nella dignità di uomo,
nel diritto di vivere.

Soppresso il pianto
nel sangue dell'odio
la carne giace misera
sulla nuda terra
che l'accoglie con misericordia,
priva della tiepida fiammella
ormai volata in cielo
come una stella.

La soddisfazione d'aver umiliato
non porta onori al soldato,
i festeggiamenti di vittoria
sono presenti in facciata
e nella memoria
ma il cuore dentro è triste,
l'offesa alla dignità
non lo guarisce
e l'amore ormai represso
è sotterrato oltre il viale del cipresso,
vivo nel rimorso delle coscienze
addenta le menti
triturando fra spasmi
le ombre bianche dei fantasmi,
l'ombra dell'uomo ormai perso
nel ricordo,nei tormenti
di quando,ignaro dei lamenti
imperterrito andava avanti,
senza pietà
preso da respiri ebbri di crudeltà.

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