Parvenza d'un miraggio
dianzi scorgeo,non era
p'arsur di terra careste,
ne sconcerto permanente
d'insana mente,
invero,
desio di lucida chimera.
Puro come sorgon l'acque
si stagliava il purpureo confine,
mentre radiosa ascendea
nel blu l'amata stella…
Parvenza d'un miraggio.
Sembrommi di scorger
i Campi Elisi,
Atlante sorreggea imponente
di sulle spalle 'l ciel,
parvenza d'un miraggio.
Stropicciommi l'occhi
annebbiati
da confuse meraviglie,
un pizzicotto punzecchiò
la mano.Ero desto!
Vedeo vramente
il Giardino delle Esperidi,
bifero
nella grazia di giovin fanciulle.
Stropicciommi l'occhi
ancor più confuso che mai.
Improvvisa
la nebbia m'avvolse,
ma non temei strani terrori,
solo il tenue tremor
della campagna
bagnata al mattino
dalla rugiada.
Sentii 'l calor d'una mamma
quando guarda
con l'occhi languidi d'amor
il suo piccolo tesoro al seno.
Un attimo d'eternità baciommi
la fronte,terso come l'aurora
del Primo Tempo…
Giovin come un infante
al primo vagito.
E prima ancora del baglior
d'un lampo,il sole
alto 'n cielo,dissolto
'l bianco velo
mi fece l'occhiolin sorridendo.
E ancor per un istante
vidi 'l volo d'un falco…Barbaglio
di luce bianca ne' mi' occhi.