Poesia

Palenque ( Antica città Maya-Chiapas-Messico )Sito archeologico

Un intricato groviglio di vegetazione
celò agli occhi del mondo
le meraviglie architettoniche
di una stupenda città Maya.
La protesse con forti braccia
dalla curiosità,dal saccheggio
di uomini senza scrupoli.

Il tempo nascose ciò che sa,
antico sapere.
Silente
l'ombra di un'orma rimembra
voci remote,
ancestrali emozioni
perse nella solitudine
di un silenzio sempre più protettivo
e amorevole,gioielli inestimabili
scritti nel libro del tempo
aperto sull'infinito.
Simboli si animano sopra le pietre
come se l'oggi di ieri
vivesse nell'oggi presente.
Impossibile unire
ciò che il vento disperse nell'aria.
Ogni attimo dell'oggi eterno
fa vibrar nel cosmo
l'eco atavico di murmuri silenti,
di fantasmi che ancora vagano
per le loro case
col sorriso dipinto negli occhi,
con la gioia che traspare
dalla vegetazione ricca di foglie,
di storie da raccontare
nel nitor del sole
che la guarda con occhi di padre.

Vibra nel cosmo l'eco ancestrale
come le melodiose note nell'aria
distillate dalla musa della musica,
da l'incanto di un'arpa magica
che allieta l'amore collettivo
che vuole emergere
in un mondo carico di respiri
d'odio
e d'ira…Soavi melodie
attraversano i sogni dell'umanità,
le sensazioni,le emozioni
offrendo barbagli
di un radioso oggi atavico
ancor vivo
nella memoria indelebile del tempo.

Un attimo attraversa la mente,
l'impressione forte
di aver già vissuto quell'istante,
di aver già sfogliato quella pagina
della nostra vita,forse in un momento
di chiarezza delle nostre rimembranze,
nel quale i ricordi convergono fluidi
nel nostro cervello dallo spazio siderale,
dalla memoria astrale
che ripropone la visione estatica
di grandi praterie di stelle,sconfiggendo
i nostri limiti mnemonici,
le nostre nuvole piroclastiche.
Forse in un'altra esistenza
vissuta chissà quando
lontano nel tempo,
da questo oggi presente
e ripercorsa in simmetria,
minuto per minuto
col cuore e con la mente.

L'ombra dei Tigli
un leggero venticello primaverile
stemperava la giornata aprica
accompagnata dai riflessi lucenti
dell'oro del sol,nella melodia
di allegri concerti di cicale
e uccellini,nel cor letizia.
La pace della natura
donava serenità interiore
capace di percepire
i segnali di vita lontani
anni luce nell'universo,vibrazioni
cosmiche cariche di respiri
vitali,onde pulsanti energia
che emanavano luce,emozioni,
sensazioni di calore interno
che scorrono come linfa vitale
dal ventre della terra
alle stelle del cielo notturno…
Un'energia capace d'infrangere
gli scogli che arginano
le onde di ritorno degli oceani
siderali.

Palenque rimanda ricordi inconsci,
pensieri vivi come voci
che si odono distinte…Venivano
a me come l'acqua del mare
che sbiancheggia sulla battigia.
Gli arcani avevano perso
la loro ermeticità,ero tutt'uno
con l'infinito,una piccola goccia
d'acqua che abbraccia con gioia
il suo immenso oceano di stelle.
Nel mio corpo sensibile
potevo cogliere le emozioni,
le vibrazioni dell'umanità,
le gioie e i dolori
di ogni essere vivente,come se fossi
io a donare il più grande amore
che sia mai stato donato,l'amore
della creazione,l'amore di Dio.
Era come se fossi stato io il carnefice
incosciente che ruba la luce del giorno.
Era come se fossi stato io il sacrificato
che salva l'umanità dalla stoltezza,
dalla crudeltà di uomini
dal cuor gentile e buono.

Era solo un sogno,l'impressione
di un attimo già vissuto,
uguale a l'attimo di questo oggi presente
che accende inconscia memoria
nella mente,una folata di vento
di tramontana che percorre il corpo
insinuando brivididi freddo
che gelano la colonna vertebrale,
che trascendono visioni estatiche,
stille di luce che colorano con l'incanto
dei colori diafani delle stelle,piccoli afflati
che si perdono nelle emozioni
e nel fiume del desiderio
che corre verso il suo mare lucente,
verso i pilastri della creazione
che a ogni scintilla di luce
donano il senso della ragione.

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