Sostenni del sol 'l guardo suadente
vidi 'l nitor d'un indaco sorridente,
osservai l'aurora che spegne la notte
col biancor del suo primo sbadiglio.
Col biancor del suo primo sbadiglio
risvegliò nel lucor d'occhi di rugiada
accenti stellati riflessi nell'infinito
di un oggi eterno nello stesso istante
vissuto,di un tempo ch'unisce
futuro presente e passato
in una bolla di luce che non sfiorisce.
Risvegliò nella mia alma i fiumi di speme
che corrono impetuosi nel desio
che insegue il destino nel suo mare,
nella solitudine del mare della coscienza
che diviene moltitudine di razionalità,
moltitudine della luce della conoscenza
che perpetua s'alza col riflesso
delle creste dell'onde verso alti cieli,
verso la conquista di costellazioni
e galassie che consevano il segreto
delle emozioni,delle sensazioni
che accendono la vita dispersa nell'infinito.
Risvegliò nella mia alma
la volontà che scala pareti di cristallo
per raggiungere quello di cui ho bisogno,
ostacoli e pericoli da superare,opportunità
per riconoscere l'amore che la vita offre
e le illusioni che si dissolvono
nella luce accattivante di un miraggio
pronto a dissolversi nel nulla
appena 'l passo s'appresta a raggiunger.
Come un orizzonte,che per quanti sforzi
si possono far rimane sempre
alla stessa distanza,irraggiungibile.
Il sole si affacciò ancor fra nuvole bianche
accendendo il mio pensiero di fantasia.
Vidi scorrere allor nel cielo rime di poesia
baciate da labbra tumide di echi di rugiada,
l'argento della regina della notte dissolversi
lentamente nella luce del giorno senza voltarsi.