Nel rumoroso mondo che ci è accanto…
Si pone, gabbiano solitario,
al barlume di scoccare dell'aurora,
fugge in volo, ad altro luogo,
vagabonda per contrade già battute,
circoscrive l'orizzonte, sopra tetti delle case,
gabbiano malandrino e dispettoso.
Sente il vento, che lo incita a tornare,
lo sospinge verso l'acqua cristallina,
sulla vetta dello scoglio, a dominare,
allietando tale sguardo di chi osserva..
Indi arride, soggiogato al favorir del mare,
pel legame preesistente che mai muore.
Svolazza, farfalla evanescente,
sapiente di beltà e mera grazia,
al sovvenir dell'alba d'un sol giorno,
realismo d'una raffinata casta.
Sorvola, ad ali schiuse, cespugli e fronde,
sfiora il verde dei prati di vallate,
sugge il nettare, ambito, qual divino,
da fiori, che s'offrono al ristoro,
tessendo tal dipinto d'armonica valenza.
Ergo s'arresta, nell'incanto del momento,
d'un nuovo dì, si nutre di speranza,
contando sul concetto d'esistenza.
Selvatico e spietato, lupo ardimentoso,
nell'ombra, che scivola dall'alto, all'imbrunire
e fa riparo al giunger suo, nottambulo segugio,
narrato, nelle fiabe, nel buio delle stanze addormentate.
Dal monte al piano, dal bosco al campo,
invero predatore famelico e temuto,
di fascino ammantato, espande il canto,
che ulula alla luna, di strazio saturato,
all'espressione altera con cui scruta.
Suggestivo, tal suo incedere lo sguardo,
dagli occhi che tradiscon l'emozione,
nel chieder venia al cielo,
per quel brutale istinto ch'ha nel cuore.