Sospesa a un filo di seta, detergo l'aurora,
togliendo quel velo notturno che copre il suo volto,
vorrei che nascesse un po' prima del tempo.
Farfalla improvviso, dal bozzolo uscita.
Sorelle frementi, m'accolgon tra loro, ruotandomi attorno,
invidio il fregiarsi costante dell'ali sgargianti,
s'un volo saccente, mischiante color su colori,
regine onorate dai fiori, del mandorlo e il pesco.
Leggiadro, quel vibrar su stelo, poliedriche vesti,
il misero baco ognor l'ha lasciato,
s'è spento, di trasformazione, fatal desiderio,
ha ucciso, la femmina, i biechi suoi panni.
Dissolto s'è il filo di seta, s'è scinto il cordone,
la fervida immagine, rapito ha la donna,
s'effigia dell'ali nascenti, a stregua dell'esser farfalla,
di nascer or ora, s'inoltra nel folle pretesto,
per far quel che sente la mente, ispirato dal cuore.
4-03-2016