Scolpita tra ondeggianti intarsi, diamante nella brama degli uomini, essenza suadente, il corpo tuo.
Scalfita nella conca del cuore, tempio dei miei giorni ora. Impavido vago verso tue delizie, nell’impeto alienante qual si nutre quietandosi, nel manto vellutato della marmorea cute.
Vascello tra mari impetuosi, oceano indefinito, smeraldi dei tuoi occhi, come onde travolgono i mari, tempeste di una piena d’amore.
E t’amo. Qui ti amo, nel porto dove ormeggia la mia vita. legame indissolubile della tua stessa vita. Ti amo ancora nelle stagioni fredde, ove ogni carezza scioglie neve dal cuore e si incarna e si fonde.
Qui ti amo, nel tuo dimenar che sfugge e si arrende. Come l’onda s’infrange alla scogliera, e spuma fa ritorna nel letto della riva.
Venere dell’incanto, Dea di un olimpo che regna! Custode nel ventre del mio bramare. Qui ti amo, nelle lacrime pungenti di un tempo dissipato.
E una vita che sorge e fa ritorno nella resa di te! Venere, donna del tempio mio.. Qui ti amo.