Non sempre di carezze ti colmo,
e pronta di slancio a stringerti,
mi avviluppo al petto ch’amo,
e dirigo i miei arti aperti.
Ma, talvolta di forme ti immaginai,
come la stella dal dì avvolta,
quanto la luce rifulge dai telai,
e quanto ti vuole a tessere assorta!
Il Sé, riflette e mostra espressioni,
che con rammarico non fanno abbastanza,
di grande grazia entranza a pie’ buoni,
e di bella chiarezza mille colori.
E Tu, quando ti vidi la prima volta,
una sciarpa al collo e soave canzone,
nell’aria fu fragile e la via accolta,
tra spine, sussurri e risa fu percezione.
Ma, nobile tu sei, e di sprazzi non puoi
più, e ti togli e imprechi del tronco sudato,
se l’aria gela, il nido s’impregna di lato,
ed anche le spore moleste si fingono in fondo eroi.
Poesia