Latteo astro d’alabastro ti vide distesa sibilla – d’inquieto pelago aspettavi naufrago (leggera come bianca scogliera lambita) da l’onda ti recava salso nettare a levigato ventre ovale come un ciottolo – in volo d’ali già nera un’ombra presaga ci sfiorava
leggera – dal Chiostro de’ Pazzi l’antica vera t’indugiava calda luce in sorriso di giglio – notte e stelle aureo nugolo t’involai in volo come di piume in un soffio – le cedesti a palude di ombre giacenti
giunse marmoreo novembre a scolpire stagione di rughe e schegge – al dimentico sogno nel biancastro, voce portammo come gocce a declivio di gote cadente rigolo strugge l’orme d’amore, s’annulla l’agra sorte verso la notte in quieta morte.
Poesia