Dense folate di angoscia,
in quest'alba livida e fumigante.
Il costone del monte si erge a ponente
tra ruvide macchie di abeti.
Segui con l'occhio
le lente volute di un rapace,
ma l'occhio lo perde,
annegando in una coltre di luci.
Un sonno profondo ti afferra alla nuca.
E ti trascina con dolcezza
nel tepore dell'Altrove.
E' lì che ritrovi
il volto ridente
dei defunti.
I tuoi cari.
E mai, da quel mondo, vorresti tornare.