Guardo lei:
la mia stessa ribellione,
la mia stessa ostinazione,
la mia vitalità,
il mio sorriso negli occhi grandi e scuri.
le mie stesse lacrime
che calde e salate
scivolano in bocca.
La mia gioia,
il mio dolore fitto nel petto,
il mio entusiasmo
e la mia disperazione.
il mio grido forte,
quasi come un ruggito feroce.
La mia approssimazione
in ciò che futile ritengo.
Le mie imbranataggini,
il mio essere distratta,
confusa,
persa nelle direzioni,
sbandata nell'orientamento,
il mio anticonformismo,
l'andare contro ogni "regola" imposta,
ogni convenzione banale.
La sua facilità nelle parole.
E poi i miei capelli corvini,
la mia pelle più scura,
i denti grandi
e la bocca socchiusa quando dorme.
E poi guardo lui:
la mia pacatezza,
la mia riflessività,
la mia maturità.
Il mio stare ferma ad osservare.
Le sue canzoni…le mie canzoni,
i suoi film…quasi sempre i miei.
La sua curiosità vivace,
la sua caparbietà
e la sua logicità.
Un'intelligenza fatta di analogie,
di studio, di deduzioni, di ascolto,
di facilità coi numeri.
I suoi silenzi
che sono i miei.
I suoi pensieri profondi
anche se raramente espressi.
La mia sensibilità
riflessa nella sua voce emozionata.
la sua ansia di compiacere,
che purtroppo è stata anche la mia.
Il suo saper usare bene le mani
nel costruire e nel creare.
E poi le sue labbra carnose,
il suo mordicchiarsi le unghie,
Il suo portamento diritto
e determinato.
Ho seminato in voi
particelle di me.
Ho infuso in voi
ogni mio respiro.
Mi assomigliate nel bene
…e nel meno bene.
Per questo voi siete "me",
ma per ogni altro,
siete e siate solo "voi".
Mamma Elimar