Risuonan a festa tra i sogni del mattino
le campane della chiesa madre,
a diffondere rintocchi d'allegria e di richiamo
a donne e uomini senza tempo.
E io qua,chiuso dentro il mio vivere,
consumato in ore abbracciate strette
alle ombre della mia solitudine,
guardo quegli occhi d'ardore spento,
scavati in volti imploranti a cercar conforto.
Intanto là fuori,nel vociare del siĺenzio,
canti a perdifiato di felicità stonate
riempiono i cuori di riverenze e saluti,
usurati d'obbedienza e sottomissione
a vite senza nome e senza fortuna
nell'illusione d'un qualsiasi segno dal Cielo
.
Cesare Moceo ragazzo del 53
Poeta di Cefalù destrierodoc
@ tutti i diritti riservati
Poesia