Diario

silenzio e rumore in Dante

Silenzio e rumore sono i due limiti asintotici che la scrittura dantesca, nella Commedia, sfiora a più riprese. Da una parte il silenzio mistico verso il quale si protende il linguaggio umano, nel Paradiso. Dall’altra, il rumore della phoné priva di luce intelligibile, che risuona nel fosco borborigmo di Pluto (Papè Satan, papé Satan aleppe) e di Nembrot (Raphel maì ameche zabi almi!). Sotto un certo profilo potremmo affermare che il rumore infernale sta alla dannazione come il silenzio angelico alla salvezza eterna. Le categorie teologiche, in Dante, assumono quindi una valenza metaletteraria.