Diario

il duplice volto della magia

Il teologo medievale considera la magia come una via diabolica al lato oscuro del reale, una pratica destinata a portare il disordine nell’universo creato da Dio secondo “peso, numero, e misura” (Sapienza 11, 21). Il filosofo rinascimentale considera invece la magia come una via di accesso ai meccanismi latenti nella natura, pienamente consapevole del fatto che il microcosmo umano è anche operativamente connesso al macrocosmo. Il passaggio epocale è evidente, come emerge dagli splendidi studi di Eugenio Garin.

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