Nel mio pensare spicciolo
immerso in quell'oscuritá
che nell'Essere odora di allegria
mi alterno a me stesso
vivendo tristezze di crepuscoli immaginati
e felicitá per albe ritrovate
Mi struggo
costretto in questo dualismo d'impaccio
soffrente le pareti soffocanti
di interiorità notturne
che calano improvvise e senza stelle
e m'avvertono ogni volta di lievi brezze di prigionia
mosaici di drammi
che vorrebbero rinchiudere il mio vivere
in tessere d'inerzia
in versi d'accidia che mai scriverò
.
Cesare Moceo eterno ragazzo del 53
poeta di Cefalú Destrierodoc
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