Poesia

AMMANTATA DI CANDOR

Ammantata di candor, com'ingenua sposa,
ritta, nella sua staticità quas'imperiosa,
parea attender chissà chi o che cosa,
guardinga, sopr'al muro di cinta dell'antica Chiesa.
Qual fosse il suo pensier nessun sapea,
essa aspettava ed avea assai sete,
la fontanella chiusa non permettea di bere.
Tuttavia s'innalzò in volo,
fluttuando nel ceruleo di quel ciel per qualche istante,
all'accostarsi d'un uomo e d'un piccino,
sparendo alla lor vista, fin quando non fu sola,
tornando ritta ancor sul muro della Pieve.
Poi lui arrivò, arrestandosi di colpo,
nel percepir due occhi sibillini,
che lo scrutavan, nell'animo e nel corpo.
Lasciò la sua promessa ad aspettarlo,
nel mentre, dentro un secchio,
il getto d'acqua fresca fece scorrer sol per poco..
Gli sguardi s'incrociaron per un momento solo,
ma ch'era parso eterno in assoluto,
parea intendesser esprimere parole,
in un connubio sì strano e silenzioso.
Indi essa scese a dissetar la sete che pativa,
intanto ch'ei immobile,
rasente l''inconsueta colomba bianca,
indugiava stranamente lì a guardarla,
cercando d'intuir l'ermetico messaggio,
testé convinto ch'essa lui avea aspettato.
Reciproco 'l suo sguardo fissò l'altrui umano,
di chi, quell'indomani, varcando quella soglia,
sarebbe stato, per la vita, sposo,
dopodiché ascese in alto, per librarsi nel suo volo,
scrutandolo per poco, finché non fu lontana.

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