La chiglia della mia nave
Solcava acque profonde, il vento
Teso gonfiava le vele, il sartiame
Sibilava irrequieto, l'orizzonte
Sembrava sempre più lontano
Perduto in quel deserto biancoazzurro
Sfidavo le tempeste e le lusinghe
Di terre all'orizzonte
Ma allontanavo ogni facile approdo
La nave era tutta la mia casa
Il rollio della tolda
Cullava a volte le tristi memorie
Di chi era rimasto ad attendere
Nelle notti di luna scintillante
Mi chiamavano voci di sirene
Non ero certo se sarei mai arrivato
In qualche terra, a un altro porto
Non ero certo se sarei mai stato
Più di un confuso ricordo
In chi un giorno mi aveva salutato
La nave, intanto, attraversava
Acque sempre più tiepide e tranquille
Le nevi e il gelo ormai ricordi lontani
E le parole dell'ultimo addio
Appena suoni frammisti alle onde
E il desiderio del ritorno
Si era dissolto sera dopo sera
Andare avanti, ancora, questo l'ordine!
Avanti, finché ci fosse stato mare
Fino all'incontro con la grande onda nera