ACCAREZZANDO IL SILENZIO
Quante volte con le mani ho accarezzato il silenzio
e con i piedi ho calpestato strade di sale,
i fiori di marmo profumavano di solitudine
mentre nella notte gridavo la mia disperazione.
Quante volte, ferendomi il cuore, mi hai avvelenato l’anima,
precludendomi le porte del paradiso,
serrate da molto tempo dai miei tormenti.
Prendevo a pugni il cielo
per liberarlo dalle nubi e rivedere il sole.
I miei occhi trasudavan cecità
alla visione delle illibate vergini
e soltanto un bianco fumo respiravo in realtà
nelle quotidiane guerre perse nel cercarti tra le stelle.
Son qui a strappar radici da quest’arida terra
che un tempo odorava di fiori d’arancio;
l’ignoto si colorava d’arcobaleno,
ciò che adesso mi è stato sottratto.
Resta solo un deserto di fine sabbia esacerbata dal fango,
illuminato da candele consumate.
Horion Enky
Poesia