Poesia

UNDICI SETTEMBRE 2001

Vigliacca la scia impazzita del velivolo
della fame di sangue ignaro e innocente s’armava
su torri uguali eppur diverse
che di scintillio vital brulicavano.
Tra i binari di un’ignara quotidianità
e il fantasma di cemento della fretta
ch’a tagliare il tempo è avvezzo.
Gemelle,
nell’impotenza e nel decomporsi
mondo che si maledice maceria
mondo che si riscopre miseria
prostrato è l’ancestrale orgoglio yankee
da velenose daghe islamiche
civiltà che svergogna civiltà
realtà che a se stessa nega
di seguitare a viversi realtà.
Inarginabile e incalcolato il crollo
milioni di sguardi fende
in un sol sguardo riuniti
la dama lucente soffoca della concordia
In sabbie mobili di follia
di vitrea intercettabilità
appassiscono tra le ombre della sera
i respiri orgogliosi del mattino
urlano le pelli dei grattacieli
da due bisturi di violenza profanate
Rassegnato l’arcobaleno si rintana
tra le fauci di polvere
custode fedele e inconsapevole
dei vermi carnivori del male.
Null’altro dimora all’orizzonte
d’un'orazione in timido gemito
chè mai più l’uomo
Abbia a negarsi uomo.

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