La figura del circolo e l'immagine archetipica dell'Ouroboros sono i contrassegni della filosofia greca delle origini. Sotto questo profilo, Anassimandro, Eraclito, ed Empedocle sono i pensatori più significativi. L'essere è movimento circolare, flusso e reflusso della marea universale, continuo oscillare tra caos e cosmo, tra l'oscuro miscuglio della materia / madre primordiale e il radioso ordine che si impone sulla base di un principio, per così dire, paterno. Anche il Demiurgo di cui parla Platone nel "Timeo" si configura come un principio d'ordine paterno che mette fine al caos della regione indifferenziata primordiale, la "chora". Eppure, nulla assicura il cosmo da un rinnovato sopraggiungere del caos. L'ordinato edificio del mondo non è mai assicurato una volta per tutte a un assetto immutabile. Ecco allora che anche il Demiurgo deve ricorrere all'aiuto e alla collaborazione di una variegata compagine di "custodi". Gli déi inferiori, l'anima del mondo, l'intelligenza cosmica. Siamo al cospetto di una concezione paratattica dell'essere ben lontana dal rigoroso monoteismo delle religioni del Libro.
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