Fantasticavo prima di dormir
e aveo 'n mente 'l mar.
Aprii gl'occhi nella mi' paranza
carezzato da l'oro del sol,
sonnecchiavo,
carezzato da una forte emozione
che si protrass'a oltranza.
Il cielo non era ancor stellato
e un roseo mattino m'avea destato,
fra sospiri e sbadigli
m'apprestavo d'affrontar
giornalier perigli
per le vie infinite del mare
dove sogni ma non puoi sbagliare.
Sceso dalla paranza,
con un remo in mano,
lo poggiai sulla spalla
incamminandomi piano piano.
M'allontanai dalla costa
fin sul fastigio del monte
con la caparbietà
di chi cerca
di raggiunger un orizzonte.
Non si vedea ormai 'l mar,
ma distese sterminate di ulivi
e contadin giulivi
che cantavan a squarciagola.
" Che strana pala!… "
Disse un pastore passato per caso
donandomi al contempo un sorriso
solare.
Pensai. "Non ha mai visto il mare?…
Ha scambiato il remo per una pala,
ma forse son io che sto a sognare!…
Poi alfin mi son detto.
" Ecco,sono arrivato!…
Ma non ne sapevo il motivo,
era tutto programmato
dal mio io del sogno,
i murmuri uscivan dalla bocca
senza che di pensier ci fosse bisogno.
Piantai il remo a terra
e di rosa si dipinse l'atmosfera,
per incanto
s'alzò 'n cielo un lieto canto,
divenne quercia secolare
il remo piantato a terra lontano dal mare…
Lontano dai perigli della vita di mare.
Ai suoi piedi
sgorgò una sorgente d'acqua pura e dolce
e un santuario
il sorriso d'un uomo statuario.
" Sono Elia. "
Disse prima d'andar via.
Mente 'l ciel si dipinse d'un indaco travolgente
con un sole amico sobrio e splendente.
Una nuvola bianca m'avvolse,
mi svegliai nel mio letto
con l'oro del mattino
che bussava a l'avvolgibile,
la giornata iniziava con un bel sole
ma in lontananza
nuvole nere portavan temporale,
ricordi di un santuario marinaro
vicino ad una sorgente d'acqua pura e dolce
lontano dal mare,
dove i pescatori portavano i loro doni
per liberarsi dalle acque impure ( salate )
e dai perigli della furia del mare.