Poesia

siria annientata

Risorgerà intangibile e sovrana
La gemma dell’arabica beltà
Che di secoli e viaggi profuma
Tra dolcezze ineffabili di minareti.
No, cannone no
Il respiro non mi hai sequestrato
Tu non sai né mai saprai quanto sia
Il mio amore che ruggisce per questa Siria mia
Che in una voce intreccia mille voci
E in una croce custodisce mille croci
Che combatterono per proteggere il fiore
Da quegli spari dal loro folle rumore.
Per quanto ancora nello sguardo dei bambini
sabbia d’odio sarà gettata
e vedremo gemere i nostri confini
e questa nostra terra stuprata
per mano ti prenderemo o pace
che sorridente sfavilli e ci inondi
come il più puro prisma di luce;
giorno verrà che le tue dita più
non scotteranno né si ritrarranno
e nuove favole dorate e principesche
scorreranno in mille corse fanciullesche
sulle gambe ancora timide dei sopravvissuti
di coloro che il mantello del vento avrà salvati
di quei fiori di incandescente porpora
fieri guardiani di ancestrali tradizioni.
Damasco non ti permetto di morire
chè tante albe, infinite, dovrai ancora baciare
con suoni che rivestono il cielo di rinnovato candore
e la scia di zucchero d’un mondo migliore,
E tu Aleppo cara ti riscoprirai diadema ed altare
D’un tempo nuovo che canta senza più tremare
Cavallo d’avorio sarà questa speme
Ancella dolce del futuro che viene.

About cris

Leave a Reply