Poesia

Candidi merletti scolpivano il bagliore di Selene

Seduto sopra un patino
nell'ora tarda dopo il tramonto,
respiravo l'aria salmastra
trasportata da un lieto venticello
e guardando il mare nero
che mi si stagliava di fronte
non riuscii a distinguere l'orizzonte,
ma percepii gli afflati di mistero
che percorrevano i respiri della notte,
portavano con se
il logos di grandi antichi
sfuso nei meandri del tempo
e le loro emozioni
infime come lo stesso mare.

Ascoltavo silente il gorgogliar
dell'onde,candidi merletti
scolpivano il baglior di Selene,
in quella notte di plenilunio
spiati da un manto di stelle
che in assenza d'illuminazione
artificiale,ostentavano
la bellezza immacolata dell'universo.

La banchigia misteriosa,
resa argentata dai riflessi di luna
contrastava l'oscuro orizzonte
che stava per essere raggiunto
da alcuni pescherecci
oltre la linea de
riconoscibili
dalle lanterne ondulanti
che in lontananza
parevano luccioline intermittenti
che nel mese di Maggio
omaggian la natura
e le emozioni degli esseri umani
con la loro presenza beneaugurante.

Un sonno vago e nebuloso
cavalcava l'aria circostante…
Socchiusi gli occhi
e come d'incanto
ambigue divinità
uscirono dal fastigio del monte Olimpo,
diafane come l'aria
e ornate di diamanti e pietre preziose,
mi offrirono generosamente
dei bellissimi rubini.
Ero esitante
di fronte a tanto sfarzo
e ringraziai.
I rubini si trasaformarono in speme
per l'intera umanità,
e ringraziai ancora
per tanta generosità
che mi aveva preso per mano.

Quando riaprii gli occhi
i pescherecci stavano scomparendo
oltre la linea dell'orizzonte,
lo spirito erebo della notte
aveva preso il sopravvento
riappropriandosi
della sua solennità.
La quiete di un soave concerto marino
carezzava l'estasi di quella notte
d'Agosto,viva nei candidi merletti
e nel gorgogliar dell'onde.

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