Poesia

IMPERATOR DEL CAMBIAMENTO © IRISV

Rumoreggia il silenzio, nella coscienza attenta.
Grovigli di pensieri intersecati come fili,
tentacoli, nella mente radicati.
Chiazze d'oblio, lapsus d'eventi remoti,
scaglie di vita passata, sprazzi di visi improvvisi,
lampi ch'affiorano dall'io profondo, scavando tra memorie antiche,
che, sapienti,
vorrebber ricondurre i ricordi appartenenti all'anima immortale.
Effimera vita, vissuta quanto un battito di ali.
Realtá irreale,
materia vana che si disgrega, così come nuvola col vento,
sotto l'inverecondo influsso d'un presente fuggente,
che lo spirito non teme,
ma divora, nutrendosi di fasci d'ore e di minuti,
onde approdar all'esistenza muta, in una dimensione ancora pura,
nel suo tempo non tempo eterno e assoluto.
All'uopo, a sguardo tuo vorrei sottrarmi,
nascondermi negli angoli più bui, sfuggire agli occhi tuoi,
ché tu non possa più vedermi.
Tornar piccina, riviver quel ch’è stato,
legar a doppio filo i ricordi del passato,
sottratti da ogni ruga che regali,
svanenti come sogni che par d’aver vissuto,
di cui non resta nulla, nel risveglio.
Priva d’essi, dimentico chi sono,
crolla il castello, schiacciato dall’oblio,
dove regnavo nel guscio del mio trono.
Getto il fardello, pesante sulle spalle,
scorgendo nello specchio l’impronta di nessuno.
Solchi profondi, impressi al tuo passaggio,
scavano il volto, senza licenza alcuna,
in cui il mio pianto, plasmato in ogni lacrima, s’addentra,
benchè tu non baratti bellezza con saggezza,
talune volte, nella realtà fittizia.
Scandendo l’ore ch’annuncian l’imbrunire,
affievolisci barlume d’avvenire, che pur è dubbio intento.
Hai ali come il vento e, come tale, voli.
Tu non indugi, tempo e non ti volti,
donando sol miraggio d’arrestarti.
A perdifiato, corri, incosciente e irriverente,
senza pietá alcuna e senza sosta,
per l'eterno congiungerti univoco a sordida sorella morte.
Che resterà di me,
se celi pensieri e ricordi che san d’appartenermi?
Suffraga questa mente, Imperator del cambiamento.
Scalfito hai tu il mio regno e poi distrutto, ormai.
Sol vuoto dentro e fuori.
Sol spoglia… e nella mente, poi… più niente.

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