Dolce risveglio del mio dormiveglia,
dal melodico canto di soave usignolo,
sui rami accovacciato,
nella purpurea aurora profumata,
d'angelica Primavera rivestita,
testé arrivata.
Laboriose api,
di pregiato polline, golose,
in corolle dischiuse,
di fiore in fiore, balzanti,
appaion dinanzi all'iridi screziate.
Strabilianti ali
d'aggraziate farfalle,
tra alberi di pesco in fiore,
lo spirito tediato allietano,
rallegrando l'umore.
Petali d'Iris ornamentali,
in infiorescenze multicolori,
Fleur de Louis
nel mio nido disseminato di fiori
e d'aromi conturbanti.
Petali di rose neonate,
nell'abbraccio dei boccioli
all'apice di lunghi steli
d'appuntite spine cosparsi e difesi,
supreme regine di giardini.
Preziosità iridescenti in cristalline gocce,
tessendo manto rugiadoso, parvente e brioso,
rendon lode a beltà floreale.
Naturale e supremo acquerello
compiacente il possesso d'armonia e di diletto.
Beatidudine, indossa l'anima catturata,
ricondotta all'epoca beata
di fausto tempo all'aperto,
d'infantili giochi, empito,
tra olezzo di campestre fioritura.
Parimenti a corpo tenero e minuto,
terra brulla si fa rigogliosa,
da tenui bagliori del sole d'aprile sgelata.
Leggiadra Primavera beneamata,
posa l'essenza sull'ali del vento.
Ed esso, per amor suo, si fa brezza
e l'aromatica scia diffonde, cavalier cortese,
nell'aria sita in smanios'attesa del desiato ritorno,
ond'omaggiare Madre Natura, ancor nel sonno,
innanzi risvegliare.