Mi destai sconvolto,
ti vidi immobile nel sogno,
giacevi indifesa
fra le torbide acque dello stagno…
Caddi in ginocchio
pervaso da afflati di malinconia,
la nera signora decretava
la mia inesorabile agonia.
Le fiamme dell'Averno
mi vollero consolar
ma invano,
stridenti come il mio dolor
ma non v'era consolazione…
Tragedia.
Volevo lasciarmi morire,
morir d'inedia.
Un sorriso
illuminò l'occhi tuoi grandi e neri,
la tua voce calda
mi sussurrò
dolci frasi d'amore,
amor che facea pace co' miei pensieri.
Ebbi un sobbalzo
un tuffo forte al cuore
che trasformò in piacere
tutto 'l mio dolore.
Quando dall'acque
uscisti ancor più bella
e sorridente
ti corsi incontro
per baciarti appassionatamente.
Poesia