Poesia

fratel francesco

Conchiglia che pneuma vital mi fu assai è lontano
latin mondo ov'anco batte italico core
per te uran un bacio mando che mi porgesti mano
ch'i' erede fossi da quel di' del Signore.
per amor e ragion insiem allor decisi
nome vestir del santo umil d'Assisi
che di sua povertà fece real religione
tutto dianzi gettando al padre Bernardone.
sa 'l Dio che designommi ch'in me regna fiamma
del mio donarmi che valica ogne dramma
che immortal serbo dei germani argentini
che dal regime fuor sbranati e da' suoi assassini;
ma tu Buenos Aires sorella mia fervente
menasti me fiera fin al tempo presente
perch'il mio peregrinar divin e umano
in volo si librasse a san Pietro in Vaticano,
laddove chiavi ebbi allor di quel pontificato
ch'in storia sua il so non sempre d'umanità ha brillato.
o Padre forza dammi perché col Vangel mio
sconfigg'io ogne arrivismo e ogne pedofilia
e del verbo ver esempio sia 'l mio io
che del salvifico messaggio porti la poesia.
esser cristiani, fratel, è carità, umiltà e perdono
del creator beltà portar in tutte le realtà che sono
a lui chieder ausilio pel dar al proprio impegno fiato
e da sé espeller ogne frammento di peccato.
per me ora, fratel, perché lievitar possa la Chiesa
al puro lume della cristianità
lo spirto tuo e mio del Cristo l'attesa
illuminar sapran così l'umanità.

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