Ah, catodico verme
dei disarmonici respir della mia speme
tu null'altro sé che l'insaziabil carnefice;
tu al fianco del desinar mio t'accosti
su piatto rovente e di ghigno rovesciando
de' cosmo il rivoltante cibo de' cotidian drammi
e qual sergente di piombo
a divorarlo indifferente vai esortandomi.
nulla più mi scorgo ormai
ch'inebetito servo de' rancori tuoi
ch'il pensier mio ingoiasti e poi sputasti
su strada silente e oscura;
della total morte la tua fetida imago
scagliasi anche sul mio onirico universo
sanza potenza trovasi l'inconscio
per umiliar l'ardita e vigliacca seduzion che su me cuci.
di te non bramo ch'una permanenza
il troneggiar della folle tua dissolvenza.
Poesia