Alba
d'un obliato giardin il graffio del fragor odi
mentre attardansi sinestesiche melodie
e da esausta penna evaporano
sintassi eternamente rinnegate.
di intarsiate, inattese e disarmoniche
nibelunghe incursioni
l'ormai impolverato tratto scorgi e sorreggi
sul lacrimenvol agitarsi d'antiche stoviglie
di pranzi che mai fuor celebrati vegli;
più 'l saluto suo non concede
il lieve tintinnar delle favole
che in avide pupille bambine scintillano
e in uno sciabordar d'equine corse
t'abbeveri come a recarti a domar
il fruscio del giorno
che dominar non saprai.
Poesia