Poesia

in morte di simonetta cesaroni

A infuocati calendari s’affastellan questi anni
di pugnali traditor avestiti
di colpevoli nella nebbia ascosi;
né nome né volto ancor reca
l’identità che la tua identità annullò
anima automa di granitica perfidia intrisa.
rotolava per il pendio dell’addio
di contorni precisi orfana ancora la tua vita.
l’innocente impronta sbiadiva del tuo sorriso
nelle sguaiate risa del bastardo che t’ha ucciso.
il tuo solo sangue resta a urlare
“verità, esci dalla tana oscura, non ti fare implorare”!
procede in via Poma la corsa indifferente
tra i passi che nulla rimembran della gente.
d’arcan di stelle e silenzio di tua tomba
indomabile non men ch’inquieto rimbomba
il supremo grido d’ ancestrale sofferenza
“sia fatta la giustizia,
per chi in cenere ridusse
l’ancor acerbo respir della mia esistenza”.

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