L’estate brillò nel fondo dei nostri occhi,
accese i cuori nell’oltre immaginario
e nell’aria vergine, gravita,
nuovi battiti irregolari
oscillarono.
L’amore discese a seppellire la solitudine,
abbatté il cattivo presagio nascosto sotto il cappello dello sciamano,
raccolse petali di rose in giardini impaludati
caduti lontano da piedi insicuri.
Il mondo, specchiandosi in noi,
riscoprì la forza di una farfalla in volo
e graffiandosi la ruggine dai pori,
tornò zingara del cielo, a cantare tra le stelle.
Ho tra le dita lo scatto di quel giorno che addormentò il mare,
l’eredità di quelle nubi elettriche, dense di coraggio,
e soffio polvere stanca per tornare indietro nel tempo,
nel derma dei nostri abbracci infiniti;
di un amore imprigionato per sempre,
in quest’ultima foto.