Brezza
che nel tuo spirar
divieni vento impetuoso
soffia forte nella mia coscienza
togli la coltre di polvere
che offusca ai miei occhi
la speranza
e
come le fate
che indossano abiti lunghi
per nascondere le deformità
vestimi d'innocenti guizzi luminosi
a farsi strada
tra le ombre della mia senilità
fa che le mie albe
non rimangano inutili risvegli
nel riflesso dei turbamenti
avviluppati nell'inquietudine
delle paure interiori
E' tempo di andare
e ancora echeggiano nel cuore
i miraggi della gioventù
mentre le campane dell'anima
suonano a festa
nelle chiose confuse della mente
a impormi questo sacrificio
quale penitenza dei miei peccati
averti raccolta e coltivata
appena partorita dal Cielo
.
Cesare Moceo poeta di Cefalù
Destrierodoc @ tutti i diritti riservati
Questa riflessione l'ho abbozzata qualche giorno prima d'essere operato al cuore nella paura che potessi non farcela e con la speranza che accadesse…il mio miracolo(come poi è avvenuto)