Seduto
con il libro della vita tra le mani
percuoto nell'anima i tamburi della poesia
a dilettare la mia interiorità
di rime e di parole
E mi agito in arroganti inferni
diroccati d'egoismi
a esibirmi in prediche infervorate
e inventare fantasmi d'illusioni
senza sfumature
in questo marcio vivere
che ruota attorno
a un universo senz'anima
la cui finitezza mi disgusta
E mi riesce difficile
definire con le giuste emozioni
certe passioni turbolente
impregnate d'ostracismo
col sacrificio d'accettare
tormenti e sofferenze
nel coraggio di sopportare il destino
Solo allora smetto d'esistere
e comincio a vivere
.
Cesare Moceo poeta di Cefalù
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