Notte,
che te ne stai sorniona
al di là di questa finestra,
a guardare il mondo
con la tua oscurità severa
e incuti tanto timore
da estorcere agli uomini
confessioni d'intrinsechi segreti
e strilli di rassegnati tormenti,
vivi tranquilla le tue ore
tra i lievi sussurri del vento,
sii tu il mio rifugio,
ascolta la mia voce flebile
disertata e tremolante,
miserevolmente perduta nelle tenebre
dei meandri delle saggezze tristi,
senti quanto deboli
son divenuti i battiti del mio cuore
al cospetto stremo della vita,
aiutami a seguire le tue stelle
quale intimo percorso di gioia
e vivere felice nel tuo buio
.
Cesare Moceo poeta di Cefalù
Destrierodoc @ tutti i diritti riservati
Poesia