Pur nell'inconscia realtà malvagia
che l'immaginazione trascende
nel terrore del tormento
niente può esser più veritiero
del trovarsi in un abisso
infinitamente profondo
oscurità di pace e d'intimità
in cui l'anima assapora le sue angosce
e da cui sembra non possa più rinsavire
spiaciute visioni di viaggi sconvolgenti
brividi importanti di dolori taciuti
Canto intenso il mio dire
al cullar del fluido pensare
a mostrare al mondo irritazioni nascoste
ridotte a matasse aggrovigliate
che non riesco ancora a dipanare
E ristagno claustrale in me
a piangere nei miei fazzoletti
con passi interdetti e vagabondi
che interpretano i mutevoli umori
dentro il sorridere ironico
del vano cercar slanci di speranza
.
Cesare Moceo poeta di Cefalù
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