In "Dietro il paesaggio", sua prima raccolta poetica, Andrea Zanzotto attraversa l'ermetismo alludendo a un altro modo di intendere la metafisica. Dietro il paesaggio non c'è un universo ideale di verità allegoriche, un "retromondo" vero rispetto al quale il paesaggio sensibile si porrebbe come copia sbiadita. Ciò che sta dietro il paesaggio, sta dentro di esso, per Zanzotto. Effluvi di memorie passate, incroci tra immaginazione e percezione, il riaffiorare di percezioni infantili che tornano a rivivere nelle parole dell'io narrante. Ecco, dietro il paesaggio c'è lo spessore di un io narrante catturato dall'immensa fascinazione della superficie.
Diario