Attingo
dai libri d'un mio amico
di qualche secolo fa
l'insegnamento bellissimo
d'amare la vita
in cui non fosse spettacolo
né il dolore della miseria
né l'invidia della ricchezza
E così
nell'anima del fanciullo
che vive ancora in me
sopporto sentimenti
che s'aggrappano dolorosamente
ai tormenti quotidiani
lezioni dure ma vitali
a farmi comprendere
gli insegnamenti necessari
per viver ogni esperienza
dentro aloni d'euforie
e farmi divenire
eroe del mio tempo
anche se avvolto
nelle candide nebbie
delle false illusioni
E in questo finto entusiasmo
arrivano crisi esistenziali
a ingannare le menti più deboli
nel disprezzo
di tutto ciò che è arte
Là resto invischiato
con demagoghi poco intelligenti
che convogliano
alla propria convenienza
sbandati d'ogni ceto
e in quella spietata realtà
uccidono qualsiasi talento
Mi ritrovo infine prigioniero
nelle mie insoddisfazioni
ora che il mio tempo
non ha più tempo
confessione intima
a raccontare tutte le maschere
che la vita ha appioppato
a difesa del mio fare
Non mi resta altro
che ringraziare questa disumanità
perché nella mia solitudine
la sua demagogia
diventa povertà da ricordare
quanto meno per non annoiarmi
e poter capire ora che è tardi
di saper ricordare
il passato che ho perso
senza aver contezza
del futuro che non avrò
.
Cesare Moceo poeta di Cefalù
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