Diario

la Beatrix della "Vita Nova"

Il nome di Beatrice nella "Vita Nova" non è il nome proprio di colei che viene chiamata Beatrice. E' un ricordo di copertura freudiano, Dante su questo è esplicito: la evocano come "Beatrice", dacché gli uomini "non sapeano che si chiamare". E' una presenza fantasmatica che si colloca sul piano di intersezione tra immaginario e reale, nell'oscura zona di confine in cui l'immaginario assorbe, costruisce e colonizza il reale. "Beatrice" è quindi la cifra di colei che rimane innominabile. E' l'afasia della nominazione, scriveva a tal proposito Carmelo Bene, è la parola che manca, la parola perduta, la voragine del significante sotto il pre-testo del significato.

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