Disagi d’ignote angosce
s’insinuano e sgomitano
tra i gesti e le afflizioni
a significarmi il nulla
a cui vado incontro
E desideri di fuga
da ciò che conosco
esplodono soddisfatti
d’ambiziose clausure
che sia una grotta
pur sperduta tra i monti
un raggio di sole
intonacato di salsedine
riflesso da uno scoglio sul mare
un eremo di povertà
intrinseco al sentire dei giorni
dove provare con dolcezza
il piacere di essere vita
e alleviare il dolore
per il tempo perduto
riscattato nell’illudermi
che ne sia valsa la pena
.
Cesare Moceo poeta di Cefalù
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