Sto rileggendo la cosiddetta biografia di Temistocle come la racconta Plutarco nelle "Vite parallele". Non è un racconto vero e proprio, neppure nel senso epico del termine, è una scultura. Ogni tratto biografico è il dettaglio di un insieme composito che viene colto con un solo colpo d'occhio, è una "Gestalt" unica. Dal desiderio di gloria manifestato nell'adolescenza fino alla vittoria sui Persiani si dispiega un solo disegno. Sembra di assistere alla descrizione di un affresco. L'occhio scorre da un dettaglio all'altro, e il tempo della narrazione è il tempo dello sguardo che percorre il disegno, dove tutto si tiene insieme in una perfetta sincronicità. La sequenza diacronica appartiene al narratore e a chi lo ascolta, ciò che viene descritto è fuori del tempo.
Diario