Jung ci ha insegnato che chi non accetta sé stesso non è capace di fare progressi, perché chi non si accetta non si sopporta, e quindi non può nemmeno avere l'impulso di intraprendere un cammino di cambiamento. Accettare sé stessi non vuol dire adagiarsi, al contrario: significa prendere coscienza dei propri limiti, ma senza essere condizionati negativamente dalle passioni tristi, per dirla con Spinoza. Chi non si accetta è disperato, è paralizzato. Ha gettato la spugna prima ancora di iniziare.
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