Tegole divelte
librate in aria a ricadere sulle teste
che non han fatto in tempo
a mettersi al riparo
pianti ininterrotti di bimbi
impauriti dalle paure dei grandi
latrati di cani
uggiulanti sotto travi
bruciate in spire di fiamme
lingue ardenti rampicanti sui muri
E reciteremo
le nostre preghiere solitarie e remote
corrispondenze di pietosi sensi
tra certezze perdute
gemiti di speranze e disincanti
.
Cesare Moceo ragazzo del 53
Poeta di Cefalù destrierodoc
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